Regole di comportamento per evitare infortuni e sinistri
La pratica di attività sportive viene incoraggiata sin dall’età infantile affinché possa consolidarsi come sana abitudine di vita. Perché sia così, è necessario che lo sport sia praticato con la dovuta attenzione all’individuo e al contesto.
La pratica di uno sport comporta inevitabilmente un rischio di infortunio, e anche la partecipazione ad uno sport può comportare una serie di rischi qualora gli organizzatori non dovessero prevedere, secondo il criterio della prevedibilità ex ante, il rischio di eventi lesivi che possano essere originati dall’espletamento dell’attività o della manifestazione sportiva in svolgimento. Per ridurre questo rischio al minimo, bisogna intervenire su diversi fattori, dai quali dipende la possibilità di una efficace prevenzione primaria.
Al fine di tutelare le attività sportive, è previsto un sistema organico di precauzioni che partono dal ruolo fondamentale rivestito dal medico dello sport. L’obbligo per tutti gli sportivi che praticano attività non agonistica di sottoporsi in via preliminare a specifici accertamenti medici ha ridotto considerevolmente l’incidenza di eventi fatali durante la pratica sportiva, e ha – inoltre – permesso di conoscere meglio situazioni di rischio, in particolare di tipo cardiovascolare, potenzialmente causa di morte improvvisa.
I medici che possono rilasciare il certificato sono i medici di medicina generale, i pediatri di libera scelta o i medici specialisti in medicina dello sport. Il controllo medico deve essere annuale e, conseguentemente, il certificato medico ha validità annuale. Ai fini del rilascio del certificato devono essere effettuati i seguenti esami clinici:
- l’anamnesi e l’esame obiettivo, completo di misurazione della pressione arteriosa
- un elettrocardiogramma a riposo (basale), debitamente refertato, effettuato almeno una volta nella vita
- un elettrocardiogramma a riposo (basale) debitamente refertato con periodicità annuale per coloro che hanno superato i 60 anni di età e che associano altri fattori di rischio cardiovascolare
- un elettrocardiogramma a riposo (basale) debitamente refertato con periodicità annuale per coloro che, a prescindere dall’età, hanno patologie croniche conclamate, comportanti un aumentato rischio cardiovascolare.
Un altro importante passo nella prevenzione dei danni da sport è costituito dall’imponente sforzo di contrasto al fenomeno del doping.
L’Italia è uno dei pochi paesi al mondo che possiede un sistema pubblico di tutela sanitaria delle attività sportive. Nel corso degli ultimi decenni sono stati emanati diversi decreti volti a regolarizzare la posizione dell’Italia verso il delicato tema della tutela sanitaria:
- DM 18 febbraio 1982. Norme per la tutela sanitaria delle attività sportive agonistiche
- DM 28 febbraio 1983. Norme per la tutela sanitaria delle attività sportive non agonistiche
- DM 13 marzo 1995. Norme per la tutela sanitaria degli sportivi professionisti
Rimanendo sempre nella sfera del singolo atleta, è fondamentale sottolineare come un organismo ben preparato grazie ad un allenamento fisico strutturato, risponde meglio alle sollecitazioni atletiche e recupera con più facilità dopo lo sforzo. Al contrario, quando la struttura muscolare e il sistema cardiorespiratorio non sono pronti a sostenere incrementi intensi di carico, il rischio di sovraccarichi e di lesioni anche serie aumenta nettamente.
Indispensabili risultano essere l’abbigliamento e le attrezzature di sicurezza, la migliore protezione passiva per l’atleta; per essere efficaci devono rispondere a specifiche raccomandazioni tecniche. Un terreno di gioco non adatto, l’assenza di screening medico preventivo e uno scarso rispetto delle regole del gioco, sono ulteriori fattori di rischio che possono incrementare in maniera sensibile le probabilità di infortunio.
Per questo, è quanto mai necessario attenersi alle norme tecniche, non solo per garantire l’equilibrio e la correttezza della gara, ma anche per prevenire eventuali fatti dannosi che possono interessare tanto l’integrità fisica dei partecipanti alla competizione, quanto quella di terzi interessati all’evento sportivo.
Le regole sono emanate dalle singole Federazioni sportive nell’ambito della loro autonoma potestà normativa e sono destinate a regolamentare lo svolgimento delle varie discipline sportive, nonché la condotta alla quale l’atleta deve attenersi prima, durante, e dopo, la competizione a cui partecipa.
Una figura strategica è rappresentata dall’Organizzatore delle Competizioni sportive: è tenuto a predisporre tutte le misure necessarie per garantire la sicurezza e l’incolumità dei gareggianti come degli spettatori, adoperandosi per prevenire – rispettando anche le norme generali di prudenza e di diligenza – il verificarsi di eventi che possano mettere in pericolo tale sicurezza ed incolumità. Costituisce suo compito anche effettuare controlli in merito all’idoneità dei luoghi e degli impianti dove si svolge la manifestazione sportiva e verificare l’adeguatezza e la conformità ai principi della sicurezza dei mezzi tecnici utilizzati dagli atleti, o sancirne l’eventuale pericolosità.
Al riguardo, la giurisprudenza afferma, infatti, che non è sufficiente il mero rispetto delle prescrizioni regolamentari sportive, ma è necessaria sia l’osservanza delle norme generali di prudenza della singola disciplina sportiva, che il rispetto delle norme comuni di diligenza.
È quindi necessaria un’attività di specifica e complessa programmazione in ordine alla sicurezza dell’evento sportivo da organizzare.
La sussistenza di una normativa molto articolata, volta a prevenire sinistri ed infortuni, nonché la previsione dell’obbligo di ottenere specifiche autorizzazioni da parte dell’autorità amministrativa, è il punto di partenza per creare una maggiore consapevolezza nell’ambiente dello sport che permetta di migliorare l’approccio ai fattori di rischio già noti.